martedì 1 marzo 2016

Leuven - 2015













Ciao, 
sono Valeria e sono qui per raccontarvi la mia esperienza Erasmus in Belgio e precisamente presso la Katholieke Universiteit di Leuven. Mi sono imbattuta nel progetto Erasmus quasi casualmente, durante una mattinata universitaria come le altre quando, parlando con la prof.ssa Caterina Faggio, ho scoperto di questa grande opportunità che l’università ci offre. Inizialmente ero molto titubante, ma successivamente ho deciso di buttarmi in questa esperienza ed il 13 marzo 2015 sono partita alla volta del Belgio.

Non nego che le prime settimane sono state davvero dure, ambientarsi in un paese molto diverso dal nostro non è facile. La lingua è stata il primo ostacolo da superare. Appena giunti a destinazione, infatti, bisogna sbrigare un po’di faccende burocratiche, come l’iscrizione all’università o la registrazione alla City Hall (il municipio della città), tutto rigorosamente in lingua inglese ed è lì che può capitare di sentirsi inadeguati. Credo di aver rimpianto, milioni di volte di aver pensato di frequentare un corso d’inglese, ma puntualmente di non averlo mai iniziato.
L’impatto con il laboratorio è stato sorprendente, da subito mi sono resa conto delle possibilità infinite che un laboratorio ben attrezzato può offrirci nell’ambito della ricerca. Sono stata inserita nel gruppo del prof. Mazzone, un laboratorio di oncologia molecolare ed angiogenesi, composto da circa 20 ricercatori provenienti da svariate nazioni, tra cui Cina, Polonia, Spagna, Italia, Germania ed Egitto. Durante i quattro mesi di internship, ho partecipato a tre progetti portati avanti dal mio supervisor, avendo quindi la possibilità di interfacciarmi con numerose tecniche che, fino a quel momento, avevo visto soltanto sui libri. Principalmente, ho preso parte ad un studio il cui obiettivo era quello di trovare un marker di diagnosi precoce per il cancro colon rettale. A tale scopo, collezionavo monociti estratti da campioni di sangue provenienti da pazienti affetti da questa patologia, per poi effettuare studi di gene expression profile. Un altro progetto riguardava lo studio della sepsi in modelli murini, dunque, ho avuto modo di far amicizia con i topini. Tuttavia, il progetto che mi ha coinvolta più da vicino, riguardava una collaborazione con la Merus, una casa farmaceutica che voleva testare l’efficienza di particolari anticorpi biclonici da lei prodotti, per curare il cancro al polmone. 

Dopo circa un mese, sono stata raggiunta dalla mia collega Sarah, anche lei in Erasmus nello stesso laboratorio. Alla fine di questa esperienza posso dire di aver imparato tantissimo, sia nel settore oncologico ed immunologico, che in generale in campo scientifico, partecipando ai lab meeting ed ai journal club del mio gruppo e a tutti i seminari dell’istituto. Vivere giornalmente in un contesto internazionale, con persone provenienti da vari paesi del mondo, mi ha consentito di crescere sotto il punto di vista professionale ma anche personale. Fuori dal lab, si ha la possibilità di conoscere molta gente, stringere amicizie, viaggiare, scoprire luoghi e culture diverse dalla nostra. Indimenticabili sono state le feste e le partite di beach volley con i colleghi del lab, ma anche i weekend in giro per il Belgio e l’Olanda con Sarah e le nostre amiche italiane, spagnole e portoghesi. Ricordo l’ultimo giorno in lab come fosse ieri, molto malinconico ma anche pieno di lusinghe e soddisfazioni. Ho lasciato tutti con la promessa che ci saremmo rivisti, dunque dovrò tornare!

Colgo l’occasione per ringraziare la prof.ssa Faggio, la mia relatrice prof.ssa Ersilia Bellocco, il mio boss belga prof. Massimiliano Mazzone e il mio supervisor Mario, senza i quali questa esperienza non sarebbe stata possibile.

Partite in Erasmus, è un’esperienza stupenda che vi cambierà la vita!
Goodbye!!
Valeria