Cari colleghi,
questa volta non servono presentazioni..sono sempre io, la vostra collega Paola Modicano. Ebbene si, ho avuto la fortuna di partecipare anche al programma Erasmus Placement del 2013. Questa è stata la mia prima esperienza all'estero e la mia destinazione è stata Tubinga.
Ho lavorato per sei mesi presso l'Istituto di Fisiologia, sotto la supervisione del Prof. Florian Lang e la Prof.ssa Caterina Faggio.
http://www.physiologie.medizin.uni-tuebingen.de/dep1/home |
Non sapevo cosa aspettarmi, quali persone avrei incontrato. Non sapevo bene come avrei dovuto affrontare la situazione in generale. Un nuovo posto, una nuova lingua..e completamente sola. A pochi giorni dalla partenza tutti mi chiedevano come mi sentissi. Beh la mia risposta era sempre la stessa "sono terrorizzata, ma grazie per avermelo chiesto!".
Alla fine, nonostante i dubbi e le paure, decisi di mettermi in gioco e di provarci. E meno male che lo feci. Adesso non posso fare a meno di pensare con nostalgia a quel posto, ai miei colleghi di laboratorio. Certo non è stata una passeggiata, ho lavorato 7 giorni su 7, più di 13 ore al giorno. Ovviamente nessuno mi costringeva, fu una mia scelta perchè volevo sfruttare al massimo l'opportunità che avevo vinto. L'inizio è stato difficile, loro non capivano bene quale fosse il mio ruolo, cosa dovessi fare di preciso e io avevo difficoltà con la lingua inglese! Ricordo ancora che impiegai più di 2 mesi per capire il mio collega cinese quando mi parlava. Per non parlare del mio collega arabo che mischiava inglese e tedesco e a volte, quando era sovrappensiero, mi parlava persino in arabo.
In quell'occasione fui inserita nel gruppo di ricerca chiamato "Eryptosis". I miei colleghi si occupavano dello studio e caratterizzazione del processo di morte cellulare a carico degli eritrociti, in seguito all'esposizione a diversi farmaci induttori del processo. Erano anche interessati a trovare inibitori.
Il primo mese sono stata affiancata ad una collega che mi ha spiegato come funzionassero i diversi macchinari che avrei dovuto usare, come scrivere un protocollo di lavoro, come cercare su pubmed o google scholar il giusto solvente per solubilizzare la mia "drug" prima di testarla. Come e dove sterilizzare i puntali e tutto ciò di cui avevo bisogno, come analizzare i dati ottenuti, ecc..
Il secondo mese iniziai a lavorare da sola. Facevo le mie ricerche e cercavo di trovare da sola sostanze da poter testare che rientrassero nel contesto di cui mi occupavo. Ovviamente non si è sempre fortunati, molte idee hanno funzionato ed ho avuto buoni risultati, altre no.
Ogni due settimane avevamo il meeting con il prof e ognuno di noi presentava i dati. Ricordo le corse per stampare gli ultimi risultati a pochi minuti dal meeting. Con i colleghi abbiamo lavorato tanto, ma ci siamo anche divertiti in laboratorio. Il mio group leader cercava sempre di creare un buon ambiente di lavoro. Quando arrivava la mattina potevo sentire la sua voce dal primo piano. Ricordo ancora quel suo "Good morning" gridato a pieni polmoni e il suo sorriso quando entrava in laboratorio. Storpiava i nomi di tutti. Io ero "Baula" per lui, e il mio collega Gregor era "Ghiorghi". I nomi e le pronunce non erano proprio il suo forte.
Una volta al mese organizzavamo un barbecue nel giardino dell'istituto. Tutti partecipavano, portandosi dietro i loro timer. E quando questi iniziavano a suonare, indicando che il tempo di incubazione era finito, si doveva tornare a lavoro.
E così sono volati sei mesi. Lavorando, trascorrendo le mie giornate in laboratorio. Fortunatamente, dopo i primi mesi, ho iniziato a giostrare meglio il mio tempo e ogni tanto facevo due passi con i ragazzi che avevo conosciuto là, godendomi la cittadina e il sole quando spuntava. Ho conosciuto una ragazza, italiana anche lei, che è subito diventata un'amica su cui poter contare! Ancora oggi siamo in contatto.
A Tubinga ho ritrovato il mio compagno di liceo, che adesso sta svolgendo il suo PhD presso Max Planck Institute for Biological Cybernetics. Quando avevo problemi con il pc andavo sempre da lui e i suoi colleghi cercavano di aiutarmi. Era esilarante vederli li ad armeggiare con il mio computer perchè ormai era diventata una cosa personale e dovevano risolverla!! ahahah
Il mio dormitorio era bellissimo, pulito ed ho avuto la fortuna di trovare ragazzi molto educati nell'appartamento. So benissimo che purtroppo non si è sempre così fortunati.
Il mio duro lavoro alla fine mi ha ripagato. Ho portato a termine dei lavori che sono stati pubblicati ed ho portato a casa il materiale per la mia tesi magistrale. Inoltre ho avuto la possibilità di presentare questi lavori a diversi convegni e congressi, sia in Italia che all'Estero (sibs-2013-palermo, sibs-2014-torino, 93rd-annual-meeting-of-deutsche Physiologische 2014 - Mainz).
Alla luce di tutto questo, non posso che avere dei ricordi meravigliosi di Tubinga e sono grata che questa possibilità mi abbia permesso di vedere le cose in modo diverso.
Ovviamente se tutto questo è stato possibile è stato grazie alla mia prof, che mi ha scelta per questa meta e alla mia famiglia, che mi ha sostenuto economicamente! Non avrei potuto farcela senza di loro, perchè purtroppo le borse di studio sono quello che sono e ci vengono accreditate con una certa tempistica. Tempistica di cui tutti noi siamo a conoscenza prima di partire. Purtroppo si deve mettere in conto anche questo.
Spero che questa mia esperienza possa servire a qualcuno di voi a fare chiarezza su alcuni dubbi, ad incuriosirvi e decidere se tentare o meno anche voi questa strada.
Un saluto sempre da Halle
Paola