Ciao a tutti!
Sono Caterina, ho 24 anni e sto per concludere il secondo anno del corso di laurea magistrale in Biologia. Ho conosciuto l’ideatrice di questo blog, Paola, nel laboratorio di Fisiologia nel quale siamo interne sotto la guida della Prof.ssa Faggio e ho accettato il suo invito a raccontare la mia esperienza Erasmus.
Magari vi potrà sembrare un cliché, ma io ho sempre sognato di fare l’Erasmus fin dal momento in cui, a 16 anni, ho visto il film scritto e diretto da Cédric Klapisch “L’appartamento spagnolo” proiettato in una classe di una scuola parigina che ho frequentato durante un viaggio studio. Questo mio desiderio, però, è stato, per molto tempo, accantonato nell’auspicio di realizzarne un altro altrettanto sentito: terminare nei tempi previsti i miei studi. Pensando che sostenere esami in un’altra lingua avrebbe rallentato il mio percorso universitario ho, per un periodo, messo da parte il desiderio di partire.
Un giorno, però, ho incontrato la Prof.ssa Faggio che ricopre il ruolo di referente del progetto Erasmus per il dipartimento di Scienze biologiche ed Ambientali e che mi ha subito colpito per la sua risolutezza. Ricordo ancora la sua domanda “… e tu perché non fai l’Erasmus?”. Nonostante la conoscessi solo da qualche minuto, le ho raccontato che era un sogno messo da parte, le ho confidato le mie “paure” e le ho anche parlato del film che lei ovviamente conosceva. Ed è stato così che mi ha illustrato cosa significasse veramente vivere questa esperienza. Mi mise a conoscenza del progetto Erasmus placement, di cui, lo confesso, ignoravo l’esistenza.
Per chi non lo conosce, questo è un progetto che non prevede il dover sostenere esami nell’università ospitante nel Paese straniero, bensì consente di poter svolgere uno stage presso imprese, centri di formazione e di ricerca dei Paesi che aderiscono al programma. Io, per esempio, ho seguito un progetto di ricerca di cui sono stata resa pienamente responsabile. Per questo l’Erasmus placement è un’esperienza che consiglio a chiunque, ma soprattutto a coloro che frequentano un corso di laurea scientifico, per il quale l’esperienza pratica è fondamentale al pari della conoscenza teorica.
Mi sono convinta a partire e, nell’intento di comunicarle la mia decisione, ho cercato la professoressa, che in brevissimo tempo mi ha trovato un contatto. Per chi non fosse pratico, è necessario che il docente che vi guida in questa esperienza dall’Italia trovi un’università disponile ad accogliervi (potete suggerire voi stessi al professore un’eventuale meta se ne avete in mente una). Prima della vostra partenza dovete essere in possesso di un programma di lavoro (Training Agreement) sottoscritto, oltre che da voi stessi, dall’università di appartenenza e dall’organismo di accoglienza.
La professoressa Faggio mi comunicò il mio destino: mi avrebbe ospitato, con il suo team, la professoressa María de los Ángeles Esteban Abad, del dipartimento di Biologia cellulare e Istologia della Facoltà di Biologia, Campus “Mare Nostrum”, dell’Università di Murcia, a MURCIA, nel sud della SPAGNA. La Pross.sa Esteban e il suo team, vantano un lunga esperienza nel campo dell’immunologia dei pesci e vi confesso che né questo settore, né la destinazione mi sono stati graditi in un primo momento... anzi! Iniziai a non essere più così sicura di voler partire, però vi garantisco che MI SONO LARGAMENTE RICREDUTA.
Ho iniziato a ravvedermi quando ho conosciuto Francisco Guardiola Abellán, un membro del gruppo della Prof.ssa Esteban. In quel periodo si trovava a Palermo per condurre parte del suo dottorato e mi ha raggiunto a Messina proprio per conoscermi e spiegarmi in cosa consisteva il suo lavoro a Murcia. La Prof.ssa Faggio e la Prof.ssa Esteban avevano organizzato il nostro incontro perché sarebbe stato lui a dovermi accogliere e seguire in Spagna data la buona padronanza della lingua italiana acquisita proprio durante le sue esperienze Erasmus. Ciò di cui si occupava Francisco ha iniziato a piacermi e di pari passo è aumentata la gratitudine nei confronti della Prof.ssa Faggio.
Una volta a Murcia è stato confermato l’entusiasmo con cui sono partita: seppur correlate ai pesci ho appreso tecniche applicabili in qualsiasi campo, dalla reazione a catena della polimerasi (PCR) alla tecnica immunoenzimatica ELISA, solo per citarne due ormai fondamentali come certamente saprete se studiate Biologia o qualcosa affine ad essa. Tecniche che non ho avuto modo di imparare a Messina.
La fatica che comportava stare giornate intere in laboratorio, talvolta anche nei weekend, era compensata dall’interesse che mi suscitava ciò che apprendevo. Ma vi posso assicurare che il divertimento non è mancato: Murcia è una città meta di Erasmus popolata perciò da tantissimi ragazzi di diverse nazionalità, ha una tradizione tanto antica tante sono le feste indette per celebrarla e poi si trova nel Sud della Spagna, dove la maggior parte degli abitanti è allegra, solare, accogliente e piena di voglia di divertirsi (e vi posso assicurare che non è assolutamente uno stereotipo).
Ho raccontato tutto questo alla prof.ssa Faggio quando è venuta a trovarmi a Murcia dove è rimasta anche lei piacevolmente colpita dell’organizzazione della Facoltà di Biologia e della varietà della strumentazione presente in essa. Abbiamo chiesto alla Prof.ssa Esteban di poter utilizzare i dati raccolti, durante la permanenza, per la mia tesi sperimentale e per un eventuale congresso. La Prof.ssa Esteban ha accettato di buon grado.
Così, tornata in Italia, ho potuto partecipare al congresso della Società Italiana di Biologia Sperimentale (SIBS) che, nel 2014, l’anno in cui ne ho preso parte, si è tenuto a Torino. Il mio contributo è stata una comunicazione orale con la quale ho condiviso con tanti professori, dottorandi e studenti il primo progetto di ricerca al quale ho partecipato attivamente e che ho sentito per tale ragione “più mio”.
Da poco ho ripreso in mano i dati di questa ricerca per elaborare la mia tesi di laurea, dal momento che la fine del mio percorso di studi si avvicina, senza che l’ Erasmus l’abbia ritardata.
Concludo dicendo che l’esperienza ha formato non solo quella che sarà la mia futura figura professionale, ma anche la mia persona. Ho sempre pensato che lo scambio con rappresentanti di culture diverse arricchisse e permettesse di aprire i propri orizzonti, ma con l’esperienza Erasmus ne ho avuto la piena conferma.
Una volta tornata dall’Erasmus ho rivisto il film di cui vi parlavo, l’Appartamento spagnolo. Nonostante già prima di partire conoscessi le battute quasi a memoria è stato come rivederlo con occhi differenti. Ho colto delle diverse sfumature e ho riso ancor più di gusto delle vicissitudini di Xavier, il protagonista, che nel film, proprio come me, svolge il suo Erasmus in Spagna (come d’altronde ci suggerisce il titolo).
Vi saluto consigliandovi di prendere parte al progetto Erasmus, per aver modo di vivere sulla vostra pelle ciò di cui vi ho parlato: ho la presunzione di dire che MI DARETE RAGIONE.
Un abbraccio,
Caterina.