Cari colleghi,
sono Monica Vazzana e sono lieta di raccontarvi quella che è stata la mia prima esperienza Erasmus. Il tutto ebbe inizio con la stesura della mia tesi triennale, quando la Prof.ssa Caterina Faggio mi incoraggiò a valutare la possibilità di fare un training all’estero. All’epoca non sapevo neanche cosa questo significasse e quali risvolti avrebbe avuto. In ogni caso, appassionandomi all’argomento propostomi, del tutto estraneo al nostro background, decisi di fare un tentativo, lasciandomi guidare dalle direttive della Prof, cosa che a tutt’oggi considero una delle migliori decisioni della mia vita!
Mi laureai e mi iscrissi al primo anno di magistrale. Superai il concorso, all’epoca chiamato LLP Erasmus placement, e concordammo la mia partenza per la fine di Febbraio 2013, al termine della prima sessione di esami. La mia destinazione fu Porto, la seconda città del Portogallo, in un laboratorio di nanotecnologia farmaceutica della Universidade Fernando Pessoa, Faculdade de Ciências da Saúde, sotto la supervisione della Prof.ssa Eliana B. Souto.
Ricordo ancora la sensazione che provai nel momento in cui quello che avevo programmato e sognato per mesi stava per avverarsi. Curiosità e terrore albergavano in me contemporaneamente. Arrivata in terra straniera ebbi la consapevolezza di quello che stava per accadere. Avrei dovuto vedermela da sola, in tutto e per tutto, ma questo mi avrebbe permesso di evadere da me stessa, dalla mia perenne vergogna, dai miei limiti. Mi sarei messa finalmente in gioco! E così fu, sorprendendomi di me stessa.
Il giorno del mio arrivo sembrava non finire mai, fino a quando non raggiunsi la mia camera nel residence universitario. Dovetti superare due primi momenti imbarazzanti: l’incontro con la Prof.ssa portoghese, che carinamente venne ad accogliermi in aeroporto e subito dopo l’incontro con gli altri ragazzi Erasmus del residence. Non fu per niente facile! Fu proprio in quella circostanza che capì quanto fosse importante conoscere bene l’inglese. Cercai di automotivarmi per non sprofondare nella paura di non riuscire ad affrontare quel momento, anche perché quello sarebbe stato solo il primo giorno di 4 mesi.
Con il passare del tempo scomparve quella sensazione di inadeguatezza, il rapporto con i miei colleghi di laboratorio e con i ragazzi del residence migliorò pian piano. Dopo circa 2 mesi, mi adattai totalmente. Diventai “padrona” del laboratorio, delle tecniche che pian piano imparavo, iniziai anche a scrivere la mia prima review e, mentre inconsapevolmente cresceva in me una certa sicurezza, allo stesso tempo mi sentii accettata. Iniziarono le prime cene internazionali al residence, le prime uscite in compagnia, le prime vere chiacchierate. Di colpo, ero diventata parte di un mondo che prima vedevo da lontano. Ce l’avevo fatta! Avevo superato le mie insicurezze!
È facile intuire come da lì in avanti la vita fu facilissima. I ragazzi venivano a cercarmi per cenare insieme ed uscire, farci compagnia al rientro dal laboratorio, visitare una nuova parte delle città, partecipare ad un evento…E in laboratorio tutto andava per il meglio. Arrivarono i primi risultati, le prime soddisfazioni, i primi complimenti dalla mia supervisor. Conobbi anche altri ricercatori, visitai nuovi laboratori. Insomma, ero finalmente davvero felice!!!
Terminato il quarto mese rientrai a casa, anche se veramente dispiaciuta di lasciare quel posto, quella città incantevole, quelle persone fantastiche, ma fiera di trascinare quel bagaglio ricco di nuove esperienze. Ritornai all’università dove era pronta ad accogliermi la cara Prof.ssa Faggio e felice di rivederla le raccontai le mie emozioni. Del lavoro e dei risultati veniva costantemente aggiornata mediante skype ed e-mail durante la mia permanenza all’estero.
Ma quello fu solo l’inizio del mio cammino. Ne nacque una splendida collaborazione e numerose furono le conquiste. Alcuni papers, la partecipazione ad alcuni congressi, la mia tesi magistrale.
Ricorderò con nostalgia questa esperienza, in particolar modo i momenti più difficili perché sono stati proprio quelli a migliorarmi.
Non smetterò mai di essere immensamente grata per quello che ho ricevuto!!!
Con affetto,
Monica
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